Dopo l'angoscia, la battuta. Così sono passate due ore in compagnia di un attore capace di recitare su temi attuali e rendere il teatro civile.
Una denuncia allo Stato italiano, che non è cieco ai disastri ambientali, bensì li nasconde sotto il tappeto che è la nostra Terra. Una Terra in cui si fondano le nostre radici di braccianti.
Il ricordo di inchieste archiviate in fretta e morti stranamente sotterrate nell'oblio di cartacce burocratiche.
Un palco scarno: alcune sedie, un tavolo apparecchiato con tanto di bottiglie, pentole e fornelli. E una foto. La foto di un tubo. Un tubo che trasporta scorie radioattive. Per cinque chilometri sotto le campagne coltivate, verso il mar Ionio in cui vengono gettate.
Una lampadina, per spiegare l'elettricità e l'energia nucleare.
Gesti, mimica e parole per spiegare l'angoscia di chi sà. Per infondere la conoscenza di una verità scomoda: bombe nucleari nei depositi (quando da Costituzione è vietato tenerle), tonnellate su tonnellate di scorie radioattive liquide (che possono quindi evaporare e inquinare le falde...e che l'hanno già fatto), altre tonnellate su tonnellate di uranio impoverito dal quale si ricava il plutonio, dal quale si ricavano le bombe atomiche (sono bastati solo 3 Kg per far fuori Nagasaki).
E il decreto 314.
"...come Pitagora. Raggio x Raggio x 3 e 14. Raggiro x Raggiro x 3 e 14..."
Quindi, riassumendo:
uranio impoverito, uranio non impoverito, plutonio, tubi che perdono cose radioattive, depositi nucleari vicino all'acqua e dietro le nostre case, aumento della percentuale di morti per tumori, leucemie e altre "simpatiche" cose, il silenzio dello Stato. Manifestazioni di protesta.
E striscioni:
"Pekkè lo Stato c'accire i figli?"
Maria Fragomeni e Annalisa Guidi
placeholder