Hanno aderito i fotografi anzolesi:
Maurizio Beghelli/Flavia Bonora/Azzurra Franchini/Filippo Di Mario/Gianni Giatti/Fabio Mignani/Claudio Monari/Luca Nicoli/Tiziano Pedrini/Norma Pellegrini/Irene Picillo/Mauro Quadrelli/Jessica Raimondi/Elisa Serri/Laura Tomassia/Tonino Turrini/Wasim Tayeb/Nicola Venturi/Chiara Zaccarelli/Mirko Zanetti
“Paradossalmente proprio gli angoli più consueti, quelli canonici, quelli che abbiamo sempre sotto gli occhi e che abbiamo sempre visto, sembrano diventare misteriosamente pieni di novità e aspetti imprevisti. Affidandoci ad alcuni stereotipi consolidati abbiamo dimenticato l’enorme potere di rivelazione che ogni nostro sguardo può contenere.” Luigi Ghirri, "Pensare per immagini”
“Io uso la fotografia come azione e non come contemplazione e questo comporta una negazione dello spazio ottico a favore dello spazio delle relazioni. Mi interessa sparire come autore per assumere il ruolo di ‘innescatore’ e regista di processi.” Franco Vaccari
Lunedì 3 maggio 2021 le cartoline dell'iniziativa IMMAGINI D'ANZOLA/PAROLE DI COMUNITA' sono state distribuite dai negozi di Anzola che espongono il volantino dell'iniziativa, presso l'URP, presso la biblioteca.
Invitiamo i cittadini a prenderle gratuitamente e a scrivere un messaggio al proprio vicino, al proprio caro, a un amico, a spedirle, ad usarle come segnalibro o come piccolo quadro.
Le cartoline sono tutte esposte in Piazza Berlinguer.
Il Servizio cultura, in co-creazione con Jessica Raimondi, e in collaborazione con Centrale Festival (Fano - giugno 2021) e con la sua costola Centrale “Around” (gennaio - giugno 2021), ha invitato i fotografi anzolesi a inviare le immagini scattate nei luoghi vicino a casa durante il periodo di isolamento.
Questa iniziativa sostiene l'arte nel periodo d'emergenza sanitaria, la fa circolare fra le case e nei luoghi accessibili al pubblico, rinserra le fila degli artisti delle immagini, e propone alla comunità di aprirsi alla comunicazione con chi è "dentro" i luoghi dove dimora e con chi si trova all'esterno della comunità.
Il messaggio è amplificato, sublimato, aumentato di significato per la presenza sul retro della cartolina di una foto d'arte. Anche chi usa le cartoline è protagonista di questa iniziativa, riveste un ruolo attivo, contribuisce al processo creativo e comunicativo generale. Come l'arte partecipata dell’artista modenese Franco Vaccari, la cui ricerca fotografica si definisce attraverso l'incontro con gli altri e con la contingenza, anche nel nostro progetto "IMMAGINI D'ANZOLA/PAROLE DI COMUNITA' l'opera non è soltanto l'oggetto estetico da godersi nella contemplazione, ma comprende il gesto di chi la sposta verso altri livelli di percezione e ricezione scrivendoci o disegnandoci sopra. Impreziosendola con un sentimento di condivisione. Fra chi scatta la cartolina e chi la usa si creerà un legame di senso.
La cartolina, con l'entrata in scena di altre forme di comunicazione, ha cominciato ad assumere da tempo, malinconicamente, la forma di un oggetto in disuso, vintage, destinato al deposito degli attrezzi, a un museo della memoria. In questo progetto, invece, acquista centralità, viene rivista e riproposta per la sua originaria funzione di primario mezzo di comunicazione di un pensiero gentile, o franco, necessario o carezzevole, puramente informativo o discreto come un saluto detto a mezza voce, che dimostra un affetto, un ricordo, un'intenzione. Diventa un gesto.
Sul retro della cartolina, potremo guardare angolazioni e tratti del paesaggio agricolo e urbano in cui viviamo, siamo nati o, forse, siamo arrivati da tempo con una valigia.
Avendo coinvolto una ventina di artisti, abbiamo moltiplicato la possibilità di esplorare i punti di vista, i soggetti preferiti, i luoghi conosciuti, o indagati diversamente, a causa del confinamento, dai fotografi che abitano ad Anzola e che hanno ripreso ciò che amano, ciò che li incuriosisce o li stupisce.
La bassa emiliana è stata già narrata dagli scatti analogici quasi letterari di Luigi Ghirri. Se ne sono innamorati i suoi abitanti Michelangelo Antonioni, Riccardo Bacchelli, Bassani, Gianni Celati e Cavazzoni, Cesare Zavattini, Giovanni Guareschi, Tonino Guerra, ma anche Lucio Dalla e Guccini, inventando con le loro opere nuovi archetipi a cui gli artisti si ispirano incessantemente. La piana evoca la nebbia, la neve, la galaverna, i pioppi, ma anche l'architettura dei palazzi e i loro colori terrosi. Il contrasto fra edifici industrializzati, elementi urbani di cemento e laminato e pezzi di un paesaggio che potrebbe appartenere a un'era fa. La linea erratica dei fossi. L'Emilia è questa, e ha bisogno di occhi attenti per farsi guardare e fotografare.
Ad Anzola, questi occhi non mancano e questa iniziativa li chiama a raccolta, per ascoltare cosa ci possono fare vedere, che ancora non abbiamo guardato. Ad Anzola e in altre città emiliane, i murales di Gino Pellegrini, che qui ha lavorato e creato più di un'opera, hanno aperto finestre sul tessuto solido delle pareti. Sul retro della sala consiliare del Municipio Pellegrini ha dipinto una splendida interpretazione di una piana emiliana.
D’inverno, partendo da Lavino di Mezzo, se si raggiunge dopo avere svoltato dalla via Emilia via Mario Mazzoni si approda uno squarcio di piana dove si può immaginare di stare ancora nel secolo milleduecento. Quando si guida per le strette vie, rasentando le cavedagne, come se si rasoiasse il terreno, si prova la sensazione di sconfinare in continuazione. La via Emilia taglia in due il nostro paese: a poca distanza dalla sua direttrice si sconfina nei campi, che nascondono le tracce di un passato "resistente". Chissà se questa terra si ricorda dei partigiani di pianura, nascosti vicino a un macero, nelle buche ricoperte di foglie e rami, vicino i casali che proteggevano e nutrivano a loro rischio e pericolo i loro coraggiosi ragazzi. La Biblioteca è stata dal 1927 la scuola elementare del paese, un arioso caseggiato di mattoni che assomiglia ad altre scuole, di altri paesini italiani. Durante il Rastrellamento i nazisti trascinarono nelle sue stanze gli uomini destinati al carcere, a Sabbiuno, al carcere di Bologna. Ora dal 2002 è soltanto la Biblioteca, linfa centrale della cultura del paese, facciata di saggezza, e i cinquantamila libri che contiene sono mattoni del sapere come quelli in terracotta che l'hanno edificata. Davanti alla Biblioteca c'è il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, mentre il grande pioppo del Parco Fantazzini, che attraversa il paese custodisce il monumento al Partigiano.
Il territorio di Anzola e delle sue frazioni Lavino Di Mezzo, San Giacomo Del Martignone e Santa Maria In Strada, contiene tracce di un passato che cerca di non farsi dimenticare, ma forte come la memoria è il futuro, che si consuma nei riti e nei miti di oggi, che si riflette nelle vetrine dei negozi, nelle rotonde, nei sottopassi, vive nei cantieri delle abitazioni in costruzione, nei nuovi materiali con cui sono costruite le mille aziende che ospita.
I nostri fotografi offrono il loro sguardo autentico, che condividono con la comunità anzolese (e a Centrale “Around”) i frammenti dei paesaggi d'Anzola restituiti dalla loro visione personale. Così come i messaggi di chi porterà le cartoline scritte a mano a qualcuno.
(Servizio Cultura del Comune)
placeholder