Ci si interroga spesso sulle modalità per comunicare con il mondo giovanile, senza accorgersi che i giovani presentano ogni giorno, esposti in strada, i loro "discorsi" e le loro visioni del mondo.
E' un linguaggio fatto di gesti, azioni, che devono essere compresi. Non nasce nelle biblioteche, sui libri, ma nasce nei pub, nelle piazze, nei centri giovanili, nei luoghi di periferia.
E' il pettinarsi, il dipingersi, l'abbigliarsi, il decorarsi. E' il dipingere e il decorare la propria città, vivere i muri, vivere la strada nel contatto di un ballo, vivere le panchine, le ringhiere in un modo alternativo, come strade strette per ruote sottili, per salti improbabili.
Siamo abituati a guardare i giovani come ad un carnevale fuori stagione o a veri e propri pazzi in libertà, ma meritano di essere considerati uomini di cultura e per questo vanno interpretati e capiti.
Uomini di cultura, perché la cultura non la vogliamo intendere come sinonimo di istruzione, ma da un punto di vista antropologico.
La cultura è: il modo di camminare, il modo di mangiare, di approcciarsi agli altri in una discussione. La tradizione. Il preferire pantaloni a una gonna, il mettersi le scarpe col tacco al posto di zoccoli. Gli usi e i costumi. Cultura è mangiare cotto o crudo, è preparare l'albero di Natale. E' agghindarsi i capelli, disegnare il proprio corpo, forare la pelle con piercing, è il dormire su un letto. La cultura è tutto ciò che siamo. La cultura siamo noi.
Dietro a un piercing si nasconde più di un foro.
Dietro a un murales c'è più di un semplice disegno, più di un imbrattare i muri.
C'è una cultura e un tipo di arte fuori dalle righe della normale convenzione, che esprime un senso di appartenenza in quanto inscindibile dal luogo.
Ma perché arte?
Dalla fine del XVIII secolo cominciarono le prime crisi del concetto di bello e di arte. Stavano nascendo nuove forme di espressione come la fotografia, l'architettura industriale, l'oggettistica per la casa, e bisognava farle rientrare nel concetto di arte. Per tale motivo nel XX secolo si è abbandonata l'idea di una definizione omnicomprensiva di arte e di opera d'arte. Il termine diventa un concetto aperto, in cui tutte le possibili definizioni confluiscono.
Per il dizionario Devoto-Oli l'arte é qualsiasi forma di attività dell'uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva, appunto.
Per Giusi Francesca Licari (scultrice) l'Arte è "l'aratro dei sogni, il linguaggio in azione".
Ed è questa la definizione che più si accorda con quanto scritto in questo articolo. L'arte è comunicazione, partecipazione, espressione, un vero e proprio linguaggio.
Nell'arte di strada, nella cultura di strada, ciò che è basilare è il luogo.
L'arte di strada sconvolge e ripensa il rapporto con lo spazio, con la città.
Arte e luogo si fondono, l'arte agisce nel luogo, con il luogo.
Annalisa Guidi
placeholder