La Battaglia di Porta Lame è il più importante episodio di lotta al nazifascismo combattuto da partigiani in centri urbani occupati dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.
Domenica 6 novembre, l'Assessore Carmine Maddaloni, accompagnato dal Gonfalone del Comune e dalla Polizia Locale, parteciperà alla Commemorazione della Battaglia di Porta Lame con il seguente programma: alle ore 11 presso il giardino "J Klemen" via Azzo Gardino – Via del Macello ci sarà la deposizione dei fiori al Cippo che ricorda la base della 7 GAP e omaggio a John Klemen, alle ore 11,30 in Piazza 7 Novembre 1944 ci sarà la deposizione di corone e onori ai Caduti da parte di un reparto militare. Interverranno il Sindaco di Bologna Matteo Lepore e Forte Clò Rappresentante ANPI "Il futuro della memoria"
L'Accompagnamento musicale sarà a cura del Corpo Bandistico di Anzola.
È la più grande per la quantità di forze impegnate dai fascisti e dai tedeschi: 150 militi delle brigate nere, 50 soldati della Feldgendarmeria tedesca, 50 agenti del reparto d’assalto della Polizia a cui si aggiunsero durante il giorno reparti tedeschi con un cannone da 88, una mitragliera pesante a due canne e un carro armato inviato dal fronte.
Le brigate partigiane bolognesi, in previsione dell'arrivo delle truppe alleate, nell'estate del 1944 piazzano numerose basi in città. La 7a brigata GAP Garibaldi con 75 uomini si posiziona negli stabili, parzialmente demoliti dai bombardamenti, del Macello comunale in via Azzo Gardino e 230 nei locali dell'ex Ospedale Maggiore in via Riva di Reno (nell’area dove oggi sorge il Palazzo dello sport). I reparti della 7a GAP sono rafforzati da partigiani della 62a brigata Camicie rosse Garibaldi e della 66a brigata Jacchia Garibaldi scesi dall'Appennino.
Alle ore 5,30 del 7 novembre, reparti delle Brigate nere, della Feldendarmeria tedesca ed agenti del Reparto d'assalto della polizia nel corso di un rastrellamento scoprono la base del Macello comunale. I partigiani, che si trovano in due stabili, cominciano a sparare con armi leggere. Le partigiane Rina Pezzoli "Nadia" e Diana Sabbi, fatte uscire dalla base per raccogliere informazioni sullo schieramento attaccante, vengono catturate. I fascisti tentano più volte di occupare gli stabili con assalti tanto furiosi, quanto infruttuosi.
Verso le 10 i tedeschi posizionano in via Carlo Alberto (oggi via don Minzoni) un cannone da 88 e una mitragliera pesante a due canne. L’88 demolisce uno dei due stabili, 4 partigiani vengono uccisi nel tentativo di rifugiarsi nell'altro stabile. Alle 15,30 dal fronte giunge un carro armato Tigre, il cui cannone comincia a demolire il secondo stabile. A questo punto Michelini, che nel frattempo ha assunto il comando del gruppo, essendo rimasto gravemente ferito Gualandi, decide di abbandonare la base. Si formano tre gruppi: il primo e il terzo di partigiani armati, il secondo di partigiani che sorreggevano i feriti che, dopo avere gettato fumogeni, scendono nel canale Cavaticcio e cominciano a risalire la corrente verso via Roma (oggi via Marconi) fino in piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri).
Da un rapporto del commissariato di polizia della zona Galliera, risulta che i caduti fascisti sarebbero 18, secondo l'Albo caduti e dispersi della Repubblica sociale italiana a Porta Lame sarebbe morto, a seguito di ferite, anche il milite Sergio Bettella, per un totale di 19. Non si conosce il numero dei feriti. I tedeschi avrebbero avuto 15 morti e una ventina di feriti.
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